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AGATA CHRISTIAN – Delitto sulle Nevi – Il giallo italiano che strizza l’occhio ad Agatha Christie (e se la ride pure)

AGATA CHRISTIAN – Delitto sulle Nevi – Il giallo italiano che strizza l’occhio ad Agatha Christie (e se la ride pure)

C’è qualcosa di affascinante nei gialli ambientati tra la neve: le impronte che tradiscono, il silenzio che confonde, l’isolamento che trasforma ogni gesto in un indizio. AGATA CHRISTIAN – Delitto sulle Nevi, diretto da Eros Puglielli, prende questo immaginario e lo rovescia con ironia chirurgica, costruendo un film che è insieme omaggio, parodia intelligente e dichiarazione d’amore al mystery classico.

Il protagonista Christian De Sica, qui sorprendentemente misurato e sarcastico nel ruolo del criminologo Christian Agata, è il cuore di un film che gioca costantemente sul doppio registro: quello dell’indagine “alla Christie” e quello della commedia contemporanea. A fargli da contrappunto c’è un irresistibile Lillo Petrolo, brigadiere Cuozzo, fan sfegatato del celebre criminologo e poliziotto di provincia dalle deduzioni improbabili e dagli slanci entusiastici. Una coppia che funziona perché costruita sul contrasto: brillantezza contro caos, logica contro goffaggine, intuito contro… fortuna?

Attorno a loro, un cast multiforme e altamente riconoscibile: Paolo Calabresi, Maccio Capatonda, Giorgio Colangeli, Sara Croce, Tony Effe, Chiara Francini, Marco Marzocca, Enzo Paci, Alice Pagani, Ilaria Spada. Un ensemble che trasforma la villa della famiglia Gulmar in un palcoscenico perfetto, dove ogni personaggio nasconde una verità, un rancore o una buffa ossessione.

Una storia che parte come una convention aziendale… e finisce in un whodunit da manuale

La scintilla narrativa è irresistibile: Christian Agata viene invitato come testimonial per il rilancio di Crime Castle, un gioco da tavolo che sembra uscito da un romanzo di Agatha Christie. Ma ciò che dovrebbe essere un weekend promozionale si trasforma in un’indagine reale quando il patriarca Carlo Gulmar viene trovato morto – letteralmente affondato in una torta – in una scena del crimine che sembra una caricatura teatrale del delitto perfetto.

Una valanga isola la villa. I telefoni si spengono. Nessuno può entrare, nessuno può uscire. È l’espediente classico del “closed circle mystery”, recuperato però con una freschezza insolita per il cinema italiano contemporaneo.

Curiosità e approfondimenti

1. L’omaggio dichiarato (ma non troppo) ad Agatha Christie

Il titolo stesso è un gioco di parole che rivela la matrice del progetto. Eros Puglielli costruisce un vero arsenale di riferimenti:

  • l’ambientazione isolata,

  • la famiglia agiata piena di segreti,

  • l’investigatore brillante chiamato a fare ordine,

  • il delitto al centro di una “riunione” forzata.

Ma il film si diverte a rompere le regole, introducendo gag surreali, dialoghi taglienti e una satira sul mondo delle start-up che risulta sorprendentemente attuale.

2. La morte più iconica dell’anno?

Il corpo riverso su Crime Castle con il volto schiacciato dentro una torta è già una potenziale immagine cult. Una morte teatralmente eccessiva, troppo perfetta per non sembrare costruita. E infatti… non tutto è come appare.

3. De Sica in un ruolo inedito

Non il mattatore comico, non la parodia di se stesso: qui De Sica si muove con una ironia sottile, controllata, quasi british. Un’interpretazione che valorizza i suoi tempi comici senza trasformarlo in macchietta.

4. Lillo: il Watson confusionario che non ti aspetti

Lillo Petrolo crea un personaggio che è insieme spalla, disturbo narrativo e detonatore di caos. Il brigadiere Cuozzo è l’uomo che “vuole partecipare a tutti i costi”, anche quando farebbe meglio a non partecipare affatto. Le sue teorie sono così improbabili da risultare geniali — o quasi.

5. La Valle d’Aosta come personaggio

La neve, le strutture di legno, le ombre lunghe del castello Gulmar: la fotografia trasforma gli spazi in un labirinto di sospetti. Non un semplice sfondo, ma una trappola scenografica che amplifica la tensione.

6. Un gioco dentro il gioco

Il film è costruito come una partita a Crime Castle:

  • pedine (i personaggi),

  • caselle (le stanze della villa),

  • carte (gli indizi),

  • regole che qualcuno infrange sistematicamente.

Un meta-racconto che diverte gli appassionati del genere senza risultare mai pedante.

Perché funziona?

Perché è un film che non si prende mai troppo sul serio, ma conosce perfettamente le regole del giallo classico e le usa come trampolino per la commedia. Funziona la struttura, funziona la coppia protagonista, funziona l’atmosfera da “mistero natalizio con cadavere allegato”. E soprattutto funziona la scrittura, capace di oscillare tra ironia e indagine senza perdere ritmo.

Conclusione: un giallo italiano che sorprende

AGATA CHRISTIAN – Delitto sulle Nevi è una scommessa riuscita: unisce commedia, mystery, satira e qualche colpo di scena gestito con una intelligenza rara. È il tipo di prodotto che porta aria nuova nel panorama italiano, dimostrando che si può giocare con i generi senza scivolare nella caricatura.

Un film che piacerà agli amanti delle indagini chiuse in una stanza, ai fan della commedia raffinata e a chiunque abbia voglia di un murder mystery divertente, elegante e imprevedibile.
Un giallo che, proprio come il volto nella torta, rimane impresso.

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